Portale Italiano di Consulenza Filosofica



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Emanuele Enrico Mariani

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Cellulare: 3881111668

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Nato a Palermo il 18-09-1976, è laureato in “Filosofia” presso l’Università degli Studi di Palermo. Ha conseguito la specializzazione come Consulente Filosofico frequentando un Master Biennale presso PAIDEIA , “Associazione di Studi Etici per il Counseling Filosofico” di Palermo. Riguardo all’area “Pratiche filosofiche” ha all’attivo anche un corso di perfezionamento post lauream sulla Philosophy for Children/For Community, tenutosi presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Firenze. Nella stessa occasione ha conseguito il titolo di Teacher da parte del CRIF (Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica - Roma). Dal 2014 è dottorando in “Filosofia” presso gli Atenei di Messina, Palermo e Catania in consorzio. Svolge ricerca sul pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche anche in connessione con gli elementi che lo legano alla dimensione psicologica ed etica.

 

Si può immaginare la Consulenza Filosofica come un nuovo stadio delle relazioni di aiuto. Questa mira a mettere a fuoco dilemmi e questioni che interrogano le dimensioni del senso ed esistenziali. Valorizza gli aspetti relazionali dell’incontro e dell’ascolto, in modo da renderli costantemente aperti all’imprevisto ed all’insorgenza creativa. Se l’etica già con Aristotele, ad esempio, metteva l’accento, a proposito della ‘vita buona’, sul valore dell’amicizia, la Consulenza mette spesso a fuoco le questioni apportatrici di disagio e conflitto a partire da questo o quel valore esplicitato in atto, ponendone spesso in evidenza, in altri termini, la portata espressiva diretta, ovverossia la valenza spesso dichiaratamente fornitale dal consultante. In tal modo questa pratica si configura sempre più come dialogo all’interno del quale anche il consulente è potenzialmente esposto ad un nuovo incremento di sapere e consapevolezza. Per immaginare la tecnica che qui si prefigura, basta pensare ad un dialogo psicologico all’interno del quale non troviamo però un ‘medico’ e un ‘paziente’ ma due figure che si alternano, nell’ascolto reciproco, nell’esercizio della pazienza scambiandosi empaticamente l’interpretazione dei fatti e/o dei vissuti. Ciò allo scopo di riformulare questi ultimi secondo prospettive maggiormente funzionali alle esigenze emerse. La validità delle strategie elaborate si misura anche e soprattutto nel continuo rimando ad un esterno (contesto) che rimane fondamentale banco di prova della validità complessiva del setting dialogico e/o creativo.

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